mercoledì 9 settembre 2009

Passion pt.2

Note: ovviamente c'è prima la parte 1 da leggere, attenzione.


Settembre 2003: fatidico mese del soggiorno-studio. Tre settimane a Dublino. A dirla tutta, non esplosi di entusiasmo quando seppi che saremmo andati in Irlanda. Già sapevamo che la nostra classe sarebbe andata con le professoresse d'inglese, quindi forse avevo dato fin troppo per scontato che saremmo andati in Inghilterra. L'Irlanda sarà bella, sì, ok - mi dicevo - ma non è l'Inghilterra. A quel punto avrei giustificato più la Scozia, fisicamente e politicamente "attaccata" alla terra degli Angli. E invece no, andiamo in Irlanda. E andiamo... Partivo col pregiudizio. Sbagliando. Bloody hell, I was all wrong! Da lì a poco, me ne sarei innamorata.
Dublino è bellissima. Lo so, avrà tutti i difetti che volete, ma è inutile elencarmeli, perché in questi casi non parla la ragione, ma il cuoricino. In quelle tre settimane m'integrai con la vita irlandese come se fosse la cosa più naturale del mondo. Spirito di adattamento? Forse. Ma probabilmente non era questo, era più una specie di sentirsi a casa. Non nego che già di mio non sono legatissima al posto in cui vivo ora, non saprei neanche spiegare bene il motivo. Però è diverso quando vai da qualche parte per evadere e quando invece vai da qualche parte proprio perché è lì che vuoi stare.
Tuttavia a quei tempi c'era ancora qualcosa che mi tirava, per cui ad un certo punto avvertii la voglia di tornare. Ma eran di quelle cose a cui pensi e ti dici: "Se potessi spostarle qua, sarebbe perfetto." La mattina della ripartenza a Dublino pioveva. Il cielo era piuttosto coperto, ma chi avrebbe potuto dire se avrebbe smesso presto o tardi? Avemmo un bel settembre, a detta degli irlandesi, particolarmente caldo. Ci abituammo in fretta alle variazioni del tempo durante una singola giornata, e ben presto camminavamo sotto la pioggia mentre contemporaneamente splendeva il sole. Quella mattina guardai il cielo di Dublino promettendogli e promettendomi che non sarebbe stata l'ultima volta. Non poteva finire lì e non sarebbe finita. I haven't been the same since then.

Ora vi starete chiedendo: e allora perché vai a Londra? Good question. Eeeeehhh... No, seriamente, i motivi ci sono, magari ne farò un altro post (lo sapevo che mi sarei allargata, accidenti a me!).

2004-2008: Finita la scuola, non potevo certo trascurare questa passione. Così continuai con le canzoni, i film, le letture, anche se lo facevo senza avere effettivamente un obiettivo, non avevo un livello da raggiungere. Poi un giorno, parlando con un ragazzo con la mia stessa passione e che studia Lingue all'Università, venni a sapere delle certificazioni di Cambridge. In effetti poi scoprii che anche alla mia scuola avevano cominciato ad organizzarsi in questo senso, peccato però che io avessi già finito. Comunque pensai che con quello che avevo fatto by myself negli anni precedenti, potevo anche lanciarmi da sola appunto. Non è facile comunque prepararsi quando non hai nessuno a cui chiedere. Ma sono contenta di aver provato, perché alla fine è andato tutto bene. Pensai che sarebbe stato utile avere la conoscenza dell'inglese certificata. Ora spero davvero che serva a qualcosa. In quel frangente mi sono potuta rendere conto di quanto mi fossi allontanata dal British English; mi sono rimessa al lavoro cercando di ascoltare canzoni di cantanti inglesi e non americani, guardando film con l’accento British e addirittura mettendomi a leggere ad alta voce, assistita da qualcuno che ne capisse (Ste’). Inoltre, cercando di capire a che punto ero, facendo vari ascolti ho constatato quanto mi sia familiare l’accento irlandese (quando andammo a Dublino non avevo ancora questo spirito critico) e quanto invece mi sia di difficile comprensione l’accento scozzese. Devo lavorarci un bel po’.

Present day: Il mio amore per l'inglese (lingua, cultura e tutto) sta per concretizzarsi in qualcosa di grosso. Dopo 13 anni, lo rivedo nelle piccole cose che faccio. Senza mettere in secondo piano Scozia e Irlanda. Immaginatevi me che suono Auld Lang Syne alla tastiera o che canticchio Danny Boy. O peggio ancora, quando vedo immagini di quegli splendidi paesaggi e mi viene una specie di nostalgia. E, oh, quanto adoro il tartan! Che vada di moda oppure no, mi è sempre piaciuto. Sono davvero tante piccole cose, che messe insieme formano questa grande passione, nata con la lingua ma non fermatasi là.
Ora è arrivato il momento di metterla in pratica.

4 commenti:

  1. Inghilterra???
    Buuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!

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  2. Non venire a fare lo scozzese nazionalista nel mio blog! Io sono per la pace tra le nazioni. E poi tranquillo, che mi si vede lontano un miglio il debole per la Scozia.

    Ho capito, te la sei presa perché ho parlato di Dublino. Non ti preoccupare, farò un post anche sulla Scozia. Ma se attacco su quella, altro che part 1 & 2, non la finiamo più.

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  3. Non sono "Anonimo" ma non ricordavo come fare per commentare...

    -Il cielo era piuttosto coperto, ma chi avrebbe potuto dire se avrebbe smesso presto o tardi?- <---Rileggila tante e tante volte...poi ne riparliamo.

    Ripasserò perché non ho finito di leggere tutto ;)

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  4. Non so neanche a chi sto rispondendo, comunque l'ho letta già diverse volte, in primis perché sono io che l'ho scritta!

    Immagino che tu non sia un animatore, perché già durante un Incontro mi toccò tenere a qualcuno una lezioncina sul fatto che il "se" ipotetico può reggere il condizionale in alcuni casi. Il caso è quando abbiamo sottintesa una frase al condizionale. Nel caso della mia, specificatamente, c'è infatti una frase ipotetica, che viene lasciata all'intuizione del lettore, che potrebbe essere: "Se il cielo si fosse rasserenato, avrebbe smesso presto o tardi."
    Se infatti provi a mettere il congiuntivo in quella subordinata, vedrai che comunque non ti suona bene.
    Posso anche mettere un link dove fanno altri esempi: http://forum.wordreference.com/showthread.php?t=508048

    E' quindi chiaro che nel mio caso io stessa mi sono "costretta" ad usare questa forma, poiché è importante considerare anche quello che viene prima del "se" ipotetico e quello che si vuole dire. Usando determinate forme, devi usare poi il "se" col condizionale, previsto tranquillamente dalla grammatica italiana.

    Ora, voglio sperare che tu non sia quella certa persona a cui ho già detto di star vantandosi un po' troppo di quel 9 in italiano. :P

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