lunedì 7 dicembre 2009

The last ten days

In realtà stamattina dovrei uscire, ma per il momento s'è messo un certo vento. Dico per il momento, perché qua stiamo sempre con la speranza che cambi all'improvviso, quindi voglio darmi 60/90 minuti e poi esco.

Devo uscire per fare una cosa e poi per il resto volevo andarmene un po' in giro per la città, visto che ormai sono entrata negli ultimi 10 giorni qui. Non è andata come si sperava, ma questo si era già capito da un pezzo. Forse mi toccherebbe riflettere su quello che è stato, ma ora come ora riesco a guardare solo in avanti e pensare che devo lasciare questo posto che, pur con tutti i suoi "contro" (che non sono pochi), mi piace così tanto. Non si tratta solo del senso di libertà e di indipendenza, è proprio il posto, solo che è un discorso allargato che faccio ora, ancora un po' troppo. Come posto intendo il Paese in generale, è probabile che io ancora non abbia trovato la giusta dimensione e di conseguenza una città precisa. Londra resta bellissima, ma forse non era quella giusta per me, se anche avessi avuto la possibilità di mantenermi qui comunque sarebbe arrivato il momento in cui mi sarei spostata; nonostante tutto però non porterò alcun rancore e manterrò i ricordi belli di questa esperienza.

Quello che più mi spaventa invece è tornare in Italia: partire per una città senza sapere cosa ti darà ma che ti dà almeno il beneficio del dubbio è diverso dal ripartire per quel posto che hai lasciato perché avevi la certezza che non ci stavi bene. Sì, mi spaventa. A parte che i primi giorni in cui andrò in giro rischierò la vita, perché mi ci vogliono almeno tre giorni per tornare a fare sinistra-destra spontaneamente prima di attraversare, già testato qui, ma con la differenza che qui i guidatori si fermano quando attraversi sulle strisce (ok, non tutti, è vero, ci sono sempre le teste calde anche alla guida, ma mi sarà capitato 1 volta su 15 qualcuno che non si ferma). Mi farà strano vedere la gente che non si mette in fila da sé, ma vuole passarti avanti usufruendo anche della collaborazione dell'impiegato di turno; mica come mi successe da Sainsbury's, quando mi ero messa in fila per pagare e arriva una signora dall'altro lato che svolta verso la cassa senza vedermi, non l'aveva neanche fatto apposta, ma il cassiere le dice che c'ero prima io (che a quel punto stavo dietro e anche piuttosto distante) e lei avrebbe dovuto mettersi in fila e aspettare. La signora, mortificata, si è scusata diverse volte. Uno direbbe: "Ma è normale che sia così." Beh, non sempre...non sempre.
Saranno tante piccole cose che mi renderanno presto insofferente, again. Non so dove sia il mio posto qui, ma sono certa che non è lì, è una sensazione che ti senti addosso e non te la puoi scrollare così facilmente. E considerando questo, sono arrivata a pensare che ci voglia più coraggio a prendere la decisione di tornare che quella di partire. L'unica cosa che posso fare è guardare questo nuovo annuvolamento nella mia vita con gli stessi occhi con cui guardo il cielo inglese: sempre con la speranza che cambi all'improvviso.

3 commenti:

  1. ciao! ho dato un'occhiata al tuo blog, un po' per caso... quindi vivi/hai vissuto a londra? a me è venuta un po' una fissa negli ultimi tempi x questa città e da una parte mi piacerebbe davvero viverci per un periodo, dall'altra mi sembra di andare verso l'ignoto... semmai potrò chiederti qualche consiglio? ;)

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  2. Sì, ci vivrò ancora per 10 giorni e poi torno in Italia. Se rileggi i posts precedenti troverai qualche info, se invece ti serve qualcosa in particolare prova a chiedere. Ma, come direbbe qualcuno di mia conoscenza, ricorda che queste sono solo le mie impressioni personali, poi ognuno ha le proprie sensazioni.

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  3. beh... ci sono ancora 10 giorni.
    Magari puo' ancora accadere qualcosa di positivo.

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